Il Consiglio Comunale adriese, nella seduta dell’8 luglio non ha solamente adottato il Piano di Assetto del Territorio (PAT), ma ha messo in evidenza, nei numeri presentati dal prof. Piergiorgio Tombolan, incaricato dal 2012 con il suo studio della redazione del Piano, tutta la desolante prospettiva di uno strumento urbanistico dimensionato su una popolazione prevista di oltre 29mila abitanti ma drammaticamente in declino ormai sotto la soglia dei 20mila.
Ciò significa che, con il trend di “un nato ogni tre morti” citando direttamente Tombolan, un PAT progettato per i prossimi 10 anni, perderà la propria validità nei prossimi 5 se qualcosa non si muoverà entro il 2017.
Tombolan non è uomo da facili allarmismi, analizza i numeri che la città di Adria fornisce nel silenzio più assoluto di tutte le ribalte sulle quali l’Amministrazione e simpatizzanti accendono volutamente le luci: feste tradizionali, manifestazioni estive, strade da pulire. Adria perde sempre più velocemente abitanti, con un tasso di natalità passato dallo 0,72% del 2008 allo 0,66% del 2012 e un tasso di mortalità crescente dall’1,16% del 2008 all’1,31% del 2012.
Adria, una comunità con sempre meno bambini e sempre più anziani e nuclei familiari che si spostano a decine e decine di Km per cercare lavoro e costruirsi un futuro: ecco, per questa Adria l’Amministrazione pochi giorni fa ha adottato un piano del territorio che la pensa in espansione, che pensa a nuove costruzioni quando le case si svuotano e non occorrono dati per contare i sempre più numerosi e inascoltati avvisi di vendita sulle facciate delle case esistenti.
Non solo case vuote, però, ma la perdita di residenti è il dato sul quale la Regione, lo Stato, gli investitori privati, prendono decisioni sui tagli dei servizi, mentre la popolazione invecchia sempre di più e viene via via a trovarsi senza quei benefici in termini di servizio che sono necessari per una vita dignitosa.
Poche feste non servono a rilanciare una città e farla diventare meta turistica.
Adria ha bisogno di ben altro per risollevarsi e cominciare a crescere. Nessuna lungimiranza progettuale in termini di futuro per Adria, nemmeno in un PAT di cui lo stesso redattore relaziona l’inadeguatezza futura in assenza di interventi profondi.
Nessun progetto per creare nuove attività produttive sopratutto ecosotenibili, senza le quali l’aumento delle tasse comunali è inesorabile e crea un ulteriore effetto recessivo sull’economia interna al territorio Adriese mandando in ulteriore sofferenza redditi e i pochi negozi rimasti in città.
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