L’esposizione dello striscione giallo sul palazzo municipale e l’installazione di una panchina dedicata alla memoria di Giulio Regeni in piazza Bocchi non erano semplici atti simbolici, ma manifestazioni concrete della volontà della nostra comunità di richiedere verità e giustizia per un giovane ricercatore barbaramente ucciso. Quel messaggio, così evidente e significativo, rappresentava un impegno di Adria a non dimenticare, a testimoniare la vicinanza ai familiari di Giulio e a tutte le persone che si battono per la verità.
La recente rimozione dello striscione, giustificata dall’attuale amministrazione con motivazioni legate al suo stato di conservazione, ci lascia sconcertati. Questa decisione, accompagnata da dichiarazioni che riducono la questione a una semplice valutazione tecnica, sminuisce l’importanza del gesto e sembra ignorare il profondo valore morale e civile che esso aveva per la nostra comunità. Si tratta di un segnale preoccupante che rischia di vanificare quanto fatto finora e di svilire il significato stesso della partecipazione del nostro Comune a una battaglia di civiltà.
Siamo ancor più preoccupati per la risposta negativa data dall’amministrazione Barbujani alla richiesta del consigliere Enrico Bonato di riposizionare lo striscione. Mentre si ritiene il balcone del municipio inadatto a ospitare un messaggio di così alto valore simbolico, lo stesso spazio è stato utilizzato per eventi di intrattenimento come DJ set, riducendo il palazzo comunale a un palcoscenico per manifestazioni occasionali che nulla hanno a che vedere con la dignità e il rispetto che si deve a luoghi istituzionali. Il palazzo comunale e i suoi spazi non possono essere trattati come semplici location per eventi di intrattenimento, privati del loro significato storico e civico. Ridurre il palazzo comunale a un palcoscenico per iniziative occasionali e, al contempo, togliere visibilità a una causa così importante, è una scelta che riteniamo inappropriata e offensiva.
Chiediamo quindi che lo striscione per Giulio Regeni venga nuovamente esposto e che si torni a dare il giusto peso a una vicenda che riguarda tutti noi. La memoria e l’impegno per la verità non possono essere considerati un optional, ma un dovere morale che ogni amministrazione dovrebbe sentire come proprio.
Andrea Micheletti – Capogruppo Comunicazione
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