Dopo un breve saluto di Simone Donà, coordinatore di Impegno per il Bene Comune, e la presentazione del tema della conferenza da parte di Sante Crivellaro, referente del gruppo di lavoro Economia e Sociale di IBC, il relatore Marco Veronese Passarella, professore di Politica Economica all’Università dell’Aquila, sintetizza la situazione del momento con una frase celebre: “Ci sono decenni in cui non accade nulla e delle settimane in cui accadono decenni”.

In queste settimane, sostiene, sta succedendo uno sconvolgimento del mondo che conoscevamo: siamo al cospetto di una crisi epocale, in cui si assiste a un cambiamento dell’ordine globale, al passaggio da una potenza egemone a un’altra.

L’analisi del professore parte dalla fine della Seconda guerra mondiale fino all’inizio degli anni 2000, periodo in cui gli USA sono stati potenza dominante sotto il profilo economico, militare, culturale, politico e monetario.

Poi si sono manifestati segnali abbastanza chiari di una crisi che tocca diversi aspetti, primo fra tutti quello economico. Attualmente, il Pil cinese corretto dall’inflazione e il tasso di crescita dell’attività manifatturiera sono nettamente superiori a quelli americani. Anche sul piano tecnologico, scientifico ed in particolare sull’Intelligenza Artificiale, la Cina è saldamente al primo posto rispetto agli USA.

Se gli Stati Uniti non sono più la prima potenza economica, rimangono comunque in testa sul piano militare e su quello monetario, con il dollaro — moneta forte — richiesta da tutto il mondo.

La conseguenza è un disavanzo enorme e crescente della bilancia commerciale americana, cioè delle importazioni rispetto alle esportazioni, con un indebitamento che cresce a dismisura verso il resto del mondo.

I dazi, secondo Marco Veronese Passarella, sono quindi una risposta a una situazione percepita come fuori controllo, e Trump è il prodotto dei tempi, della necessità per gli Stati Uniti di concentrarsi e rifocalizzarsi sulla zona chiave per loro — dall’America Centrale alla Groenlandia, passando per il Canada — e lasciare a se stesse zone come l’Europa, che non sono più importanti per gli interessi americani.

Sono poi seguiti diversi interventi dal pubblico per chiarire ed approfondire alcuni argomenti.


Il Direttivo del Movimento Civico

Impegno per il Bene Comune