Il consiglio comunale di giovedì 19 dicembre ci ha detto che la maggioranza Barbujani punta a far cassa sulla pelle degli adriesi. E lo fa sotto la guida di chi, pur dovendo conoscere i riferimenti normativi, dimostra di non sapere applicare i metodi più equi e corretti a tutela dei cittadini. Far passare la rivalutazione del 20% delle aree in zone per edilizia economica e popolare e per insediamenti produttivi è, infatti, un’assurda penalizzazione per chi, volendo riscattare i propri immobili in quelle aree, dovrà ora sostenere un esborso del 20% in più. Una scelta politica della giunta Barbujani che, smentendo la sbandierata vicinanza al mondo delle attività produttive, mette le mani nelle tasche anche delle famiglie residenti nelle aree peep. Una scelta politica ingiustificata, perché quei valori non erano mai stati variati negli ultimi anni, visto che gli stessi valori del mercato immobiliare non hanno certo subito un così consistente incremento dal 2013 a oggi. Ma a nulla sono valsi i tentativi del nostro capogruppo consiliare Bonato di far ragionare giunta e consiglieri di maggioranza, neanche la presentazione dei dati oggettivi forniti dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, indicanti come gli immobili adriesi siano addirittura diminuiti di valore in questi anni, altro che aumentati del 20%! L’assessore Crepaldi, spalleggiato dal segretario comunale, si è dimostrato sordo a ogni obiezione sul fatto che i valori degli immobili non possono essere adeguati applicando l’adeguamento del costo della vita, ovvero il tasso di inflazione. L’unico riferimento possibile è infatti l’analisi dell’evoluzione di un mercato immobiliare che è, invece, stagnante. A dirlo non sono solo i consiglieri di IBC, ma sentenze della Corte di Cassazione che hanno chiarito la non obbligatorietà della scelta di adeguamento che, comunque, non può prescindere dalla ricognizione del reale mercato immobiliare, coerentemente con la normativa di riferimento, a partire dall’art. 5 del dlgs. 504/1992. È quindi chiaramente sbagliato e iniquo applicare il criterio dell’aggiornamento Istat adottato dall’amministrazione Barbujani, che fa pagare al cittadino molto più di quanto sarebbe effettivamente dovuto. E il grave è che l’assessore Crepaldi non ha escluso una estensione generalizzata del metodo. Ciò implichera’ più tasse ogni anno e un onere fiscale più gravoso nel momento di un’eventuale passaggio di proprietà. Un aumento dei valori del 20% produce, infatti, un aumento dell’IMU del 20%. Ecco allora il vero obiettivo che sta dietro una scelta, è bene ricordarlo, non obbligatoria, di Barbujani e Crepaldi: incassare più soldi dai cittadini, senza però che la loro effettiva ricchezza sia aumentata. Un’autentica ingiustizia, che rende la delibera, approvata a maggioranza mercoledì sera e fortemente osteggiata da Impegno per il Bene Comune, a forte rischio di illegittimità per il metodo adottato che in essa viene esplicitamente dichiarato.
Il Direttivo del Movimento Civico
Impegno per il Bene Comune
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