Il coordinamento civico del bassopolesine, in questi giorni, ha dimostrato di essere un gruppo costituito da amministratori e persone che lavorano per il bene e la tutela del territorio Polesano.
Fare rete per approfondire tematiche di area, come quella ambientale, è un’operazione fondamentale che consente di esercitare un controllo attento e dettagliato. Con questi principi sono state elaborate le osservazioni inviate, entro la mezzanotte del 13 dicembre, riguardanti il progetto 40/2023 di insediamento di inceneritore in zona AIA, su area del comune di Loreo. Il gruppo continuerà ad impegnarsi per comunicare ai cittadini tutte le iniziative che saranno intraprese per bloccare queste tipologie di insediamento.
Si allegano le osservazioni inviate, frutto del lavoro dei gruppi civici di minoranza di Adria, Porto Viro e Corbola.
1) Osservazione
La risposta all’ osservazione già inviata da parte della Ditta proponente risulta carente e non coerente
con la pianificazione di settore. Infatti la riserva di biosfera è composta dalle zone (Core,
Buffer,Transition) in quanto necessarie per la tutela delle qualità ambientali in generale del territorio
ed in particolare dell’aree Core e buffer presenti nella Riserva di Biosfera del Delta del Po ed elle aree
transition, di cui il Comune di Loreo fa parte. Lo sviluppo delle aree di transizione “Transition zone”
prevede che le attività da installare siano compatibili con i principi di tutela dei territori e popolazioni
ricadenti all’interno della perimetrazione della Riserva. Coerentemente con tale principio, Il Piano
Regionale di Gestione Rifiuti di Regione Veneto (PRGR) – aggiornamento del 2022, indica all’Allegato
A – Elaborato D, pone come criterio di non idoneità/esclusione, per l’ubicazione di impianti di
gestione rifiuti in aree oggetto di vincoli denominati: “Patrimonio storico-architettonico e del
paesaggio” ed in particolare, è esclusa la realizzazione di impianti appartenenti ad ogni
tipologia impiantistica nei siti inseriti nella lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO e nel
programma MAB-UNESCO;
Si rileva pertanto come la tipologia di fanghi industriali, fra cui CER 190812 (relativo a fanghi prodotti
dal trattamento biologico delle acque reflue industriali, diversi da quelli di cui alla voce 19 08 11 (
relativo a fanghi prodotti dal trattamento biologico delle acque reflue industriali, contenenti sostanze
pericolose.) e la tipologia di impianto proposto sia stato giustamente escluso, dalla Regione del
Veneto, dall’installazione in aree rientranti nel programma MAB dell’UNESCO. Vista la delicatezza
dell’area interessata, in cui si propone la costruzione dell’impianto, che convoglia sia i fumi che le
varie frazioni liquide e solide in aree tutte rientranti nella RISERVA DI BIOSFERA DELTA DEL PO, si
ritiene non autorizzabile, essendo in contrasto con quanto fissato dal Piano Regionale Rifiuti,
l’impianto oggetto della richiesta dalla Società GREEN SLUDGE SOLUTION S.r.l.. Risulta inoltre
fondamentale che la proposta di impianto sia sottoposta al parere delle Amministrazioni facenti parte
della Riserva di Biosfera MAB UNESCO Delta del Po che nella loro costituzione hanno elaborato un
Piano di Azione, approvato dall’UNESCO. Questo strumento di pianificazione, approvato anche dalla
Regione del Veneto in sede di candidatura UNESCO, deve essere condiviso da tutti gli enti ed
associazioni di categoria firmatari della candidatura nel caso venissero sconvolte le prerogative di
tutela in esso contenute da un singolo componente qual’ è il Comune di Loreo.
N. 2) Osservazioni
La prospettata fragilità della Societaria proponente (s.r.l. con 10.000 euro di capitale) viene
confermata dalle affermazioni riportate negli elaborati presentati, a seguito delle osservazioni,
essendo di fatto un progetto economia finanziaria che poggia il proprio valore sull’ottenimento
dell’autorizzazione e non sul piano economico ed esperienziale della società proponente.
La ditta non essendo in grado di garantire quanto riportato nella originaria relazione
progettuale, relativamente ai fanghi industriali provenienti da industria alimentare, propone di
inserire ulteriori tipologie di rifiuti ed in particolare:
– 02 01 01 – fanghi da operazioni di lavaggio e pulizia
– 02 02 04 – fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti
– 02 03 01 – fanghi prodotti da operazioni di lavaggio, pulizia, sbucciatura, centrifugazione e separazione
– 02 03 05 – fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti
– 02 04 03 – fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti
– 02 05 02 – fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti
– 02 06 03 – fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti
– 02 07 05 – fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti
Come riportato nella relazione sperimentale del Politecnico di Milano la presenza di PFAS in uscita
dal trattamento dipende direttamente dalla tipologia a caratterizzazione dei fanghi in ingresso. E’
evidente come l’incertezza dichiarata in termini quantitativi e qualitativi rende particolarmente
pericolosa, per l’ambiente, la valutazione positiva nella gestione e controllo dei flussi in uscita dei
fanghi e di tutti gli altri effluenti. Quindi si chiede di non autorizzare l’impianto, anche tenendo conto
del principio di precauzione, che ad oggi propone un processo di particolari incertezze sperimentali e
gestionali in termini di flussi in ingresso.
N. 3) Osservazione
Come si evince dalle note integrative della Ditta, l’impianto, per la parte dei fumi emessi,
viene monitorato con riferimento alle norme per incenerimento dei rifiuti. Per quanto riguarda
la parte di monitoraggio dei Pfas nei fumi, si evidenzia, come non sia prevista. L’eventuale
monitoraggio, ad oggi, rappresenta un sistema non testato con incertezza dal punto di vista
strumentale. Anche questa circostanza avvalora la non idoneità dell’area prevista dal Piano
Regionale dei Rifiuti, in aree del programma MAB UNESCO di cui il Delta del Po ed il
Comune di Loreo fanno parte.
N. 4) Osservazione
Vista la richiesta di chiarimento, punto 1.3 Emissioni in acqua, ed adeguamento della Commissione
Regionale; si considera la risposta data non sufficiente per garantire il monitoraggio delle acque e
suolo nell’impianto e nelle aree confinanti lo stesso. Il buono stato dei presidi, proposta dalla Società,
risulta una misura di gestione normale per un impianto di questa tipologia. In particolare lo Scolo
Retinella fa parte della rete irrigua per la produzione agricola di qualità del territorio del
Comune di Loreo ed in generale del Delta del Po. L’affermazione di “impatti non significativi”
non esclude impatti che andranno ad influire, con effetti cumulativi, sui prodotti agricoli e della pesca
nonché, dal punto di vista dell’immagine commerciale, sull’intero territorio agricolo in cui avrà sede un
impianto di incenerimento rifiuti contenenti PFAS. Tale ripercussione commerciale e di immagine si
potrà avere sia sul prodotto turistico, balneare e di visitazione ambientale, in sviluppo nel Delta del Po.
(Risposta a cap. 1.3 Emissioni in acqua)
N. 5) Osservazione
Dalle relazioni progettuali si prevede un rischio ambientale a cui viene sottoposto non solo il
territorio del Comune di Loreo ma l’intero territorio del Delta del Po. Si evidenzia come
vengano interessati i comparti economici legati al turismo, agricoltura e pesca, nelle vicine
aree dei Comuni di Porto Viro, Rosolina, Porto Tolle, Adria, Corbola, Taglio di Po, Papozze,
Ariano nel Polesine. (Riserve di Biosfera MAB UNESCO – Delta del Po)
Pertanto sono incompatibili “contributi ambientali” ad un soggetto a scapito di possibili
ripercussioni sulla qualità ambientale dell’intero territorio e dello stesso mantenimento del
riconoscimento a Riserva di Biosfera MAB UNESCO.
(Dalla relazione del proponente:“l’intervento prevede la realizzazione di opere a favore della collettività che
andranno concordate e definite con l’Amministrazione Comunale. Gli interventi saranno valutati tra le opere previste
dell’Amministrazione tra quelle riportate nel “Piano Triennale delle Opere Pubbliche”. L’importo previsto nel Piano
Economico Finanziario, da concordare e confermare con l’Amministrazione Comunale, è pari a 1.500.000,00 €
(unmilionecinquecentomilaeuro/00)” è previsto il riconoscimento di un “Contributo Ambientale” a favore
dell’Amministrazione Comunale quantificato unitariamente per la quantità di materiale lavorato.”;)
N. 6) Osservazione
La pregevole relazione del Politecnico di Milano risulta fortemente caratterizzata da elementi
di incertezza. L’analisi della tecnologia dell’impianto ed il contenimento dei PFAS o derivati a
catena corta sono ricavati da studi, ritenuti dagli stessi autori della relazione allegata al
progetto non sempre esaustivi. Citare un esempio di impianto con tecnologie similare sito in
Francia risulta parziale vista la dipendenza del mix di fanghi in ingresso e dal controllo delle
temperature di incenerimento dei fanghi.
Si considera pericolosa la costruzione di un impianto “sperimentale” per un periodo
pluridecennale in un’area ambientalmente delicata come il delta del Po – Riserva di Biosfera
MAB UNESCO. Si ritiene debba essere maggiormente approfondito lo studio soprattutto in
considerazione della variabilità in contenuto di PFAS dei fanghi in ingresso come riportato
dalle relazioni progettuali così come integrate.
Nel chiedere, adottando il principio di precauzione, di non valutare positivamente
l’installazione tenendo conto delle valutazioni di VIS per l’analogo impianto proposto a Porto
Marghera. Dal momento che l’inefficienza di tali procedimenti comporterebbe una
eventuale formazione di PIC (Products of Incomplete Combustion) di potenziale
impatto per la salute pubblica;”
Si ritiene che la valutazione del rischio cancerogeno valutato “accettabile” e sintetizzato
nello specifico allegato progettuale, non sia condivisibile per un’area già sottoposta a
pressioni industriali con presenza di autorizzazioni ed insediamenti di impatto ambientale.
N.7) OSSERVAZIONE
Sia dall’art.6 delle norme tecniche d’attuazione dell’AIA del marzo 2008 che dall’art.4
della PIP dell’AIA del ottobre 2018 , ( che si allegano in copia ) prevedono
1. Attività ammesse nelle aree D2:
– Insediamenti produttivi e laboratori di ricerca e analisi.
– Attività di stoccaggio e spedizione merci.
– Attività di corrieri e logistica.
– Servizi legati al traffico portuale.
– Attività doganali.
2. Ammissibilità di altre attività:
– Attività non specificamente menzionate possono essere consentite purché analoghe o
complementari a quelle esplicitamente elencate.
– Viene riconosciuta la possibilità di integrare le zone produttive o portuali con attrezzature
tecnologiche o servizi di interesse pubblico.
3. Esplicita esclusione di alcune attività:
– Gli impianti di recupero fanghi e la depurazione dei medesimi non sono ammessi in
queste aree.
Queste disposizioni suggeriscono una chiara visione di utilizzo delle aree D2, orientata verso
attività industriali, logistiche e di supporto portuale, escludendo invece attività come il
trattamento dei fanghi, che possono essere considerate non coerenti con la destinazione
funzionale prevista.
Da quanto sopra riportato si chiede di non istruire favorevolmente la richiesta di
impianto della Ditta GREEN SLUDGE SOLUTION S.r.l. – Impianto di recupero di fanghi
di depurazione da realizzarsi in Loreo (RO).
Da quanto sopra riportato si chiede di non istruire favorevolmente la richiesta di
impianto della Ditta GREEN SLUDGE SOLUTION S.r.l. – Impianto di recupero di fanghi
di depurazione da realizzarsi in Loreo (RO).
Porto Viro 13 dicembre 2024
Il Consigliere Comunale della città di Porto Viro
Mantovan Mario
N.1) NUOVA OSSERVAZIONE
In seguito alla richiesta di esplicitare l'energia prodotta e immessa in rete, il Proponente, a pag. 30
delle Informazioni Integrative fornite, risponde sorprendentemente che in via prioritaria l'energia viene
impiegata per l'essicazione dei fanghi, che SOLO in caso di fermo dell'essiccatore l'energia sarà
convertita in energia elettrica, ma solo per AUTOCONSUMO e che NON È PREVISTA LA
CONNESSIONE PER L'IMMISSIONE IN RETE. Ciò significa che l'unico scopo dell'impianto è quello
di bruciare i fanghi e che per questo può tranquillamente essere definito un "inceneritore" che non ha
alcuna ricaduta positiva sul risparmio energetico e che, anzi, potrebbe risultare energivoro.
L'insediamento, non producendo alcun vantaggio per l'area industriale attrezzata (AIA) in cui è inserito
e per gli stabilimenti esistenti, che ipoteticamente avrebbero potuto godere di benefici energetici
invece purtroppo inesistenti, costituirebbe allora, con la propria presenza, uno svantaggio per gli
stessi stabilimenti, che fino ad ora non sono mai risultati prossimi ad alcun inceneritore. Il progetto è,
pertanto, da rigettare.
N.2) NUOVA OSSERVAZIONE
La zona AIA è un piano per insediamenti produttivi nato per cercare di rispondere alle esigenze
occupazionali di un territorio che ha presentato e presenta criticità sociali, le quali, nel tempo, hanno
prodotto emigrazione. L'occupazione di un lotto di questo P.I.P., sottraendolo così alla disponibilità di
un potenziale utilizzo da parte di uno stabilimento con un numero adeguato di occupati, da parte di un
impianto di incenerimento fanghi con 7 (sette) dipendenti dichiarati, è un tradimento degli investimenti
fatti nell'area dalle comunità locali. Un insediamento di questo tipo, ad alta concentrazione di capitale,
costituisce, infatti, un depauperamento ulteriore del territorio bassopolesano. L'inceneritore non offre
un'adeguata risposta alle richieste occupazionali locali e, anzi, rappresenta un elemento detrattore
dell'ambiente e della stessa area industriale, rischiando di scoraggiare l'occupazione dei lotti vicini da
parte di altre attività produttive. Un insediamento di questo tipo è, quindi, contrario agli obiettivi
dell'AIA, che mirano a promuovere lo sviluppo economico per contrastare la crisi occupazionale e il
calo demografico, perché sarebbe un'ulteriore spinta allo spopolamento dell'intera zona. Il progetto è,
quindi, da respingere.
N.3) NUOVA OSSERVAZIONE
Nella proposta di insediamento dell'impianto non viene esplicitata la somma per fideiussioni a
garanzia e copertura dei danni all'ambiente e alla salute che possono essere provocati durante
l'esercizio, nell'ipotesi di malfunzionamento e nell'eventualità di incidente. L'esperienza negativa e
tragica vissuta dal comune di Adria e, in particolare, della comunità di Ca' Emo, derivante
dall'incidente presso la ditta Coimpo, che si occupava proprio di trattamento fanghi, ha messo in
evidenza l'attenzione che dev'essere prestata a questo aspetto. È necessario, pertanto, che venga
indicata espressamente la fideiussione e l'importo di copertura previsto. In assenza di queste
informazioni, il progetto non dovrebbe essere accolto.
N.4) NUOVA OSSERVAZIONE
Nella proposta di insediamento non viene evidenziata l'analisi dei rischi dell'impianto. Tale analisi
risulta fondamentale, considerando il contesto in cui viene inserito l'impianto e dovrebbe tener conto
sia della presenza nelle vicinanze di insediamenti a rischio incidente rilevante, sia della fragilità del
territorio e della sua peculiarità ambientale. L'analisi del rischio dovrebbe coprire inoltre tutte le attività
collegate all'attività proposta, incluso il carico, lo scarico, il traporto del materiale, considerando anche
la viabilità e la sicurezza stradale. Il progetto, su questo argomento, è lacunoso e deficitario.
N.5) NUOVA OSSERVAZIONE
Negli elaborati, viene indicato dal proponente un unico percorso stradale dei mezzi, dal casello
autostradale di Boara (Rovigo Nord) all'insediamento proposto in zona AIA in comune di Loreo.
Questo percorso proposto presenta due criticità: il passaggio su un lungo tratto stradale inibito al
traffico pesante, a est della città di Rovigo e il passaggio attraverso il centro di Adria. Inoltre non viene
considerato un percorso che, invece, sarà sicuramente utilizzato (visto il bacino di riferimento per il
conferimento dei fanghi), ovvero quello proveniente dalla strada statale Romea. Si ricorda che
quest'ultima è già ora al limite del collasso proprio per il transito di mezzi pesanti e che l'insediamento
può far superare la soglia di quel limite. La strada Rovigo-Romea, interessata dal trasporto dei fanghi,
inoltre, in periodo estivo risulta spesso congestionata, essendo la "strada del mare" per eccellenza del
Polesine; un traffico supplementare implicherebbe ulteriori notevoli disagi. Le compensazioni,
pertanto, devono avere ricadute positive anche sulla viabilità utilizzata dai mezzi impiegati da e per
l'insediamento. Il progetto è, pertanto, su questo argomento, diffusamente insufficiente.
N.6) NUOVA OSSERVAZIONE
Devono essere esplicitate le caratteristiche dei mezzi di trasporto dei fanghi. La necessità che il
materiale sia trasportato in ambiente chiuso per evitare diffusione di odori e incremento di insetti e che
il carico complessivo dei mezzi in transito rispetti i limiti previsti per la presenza di criticità in strutture e
sovrastrutture lungo il tragitto, impone l'adozione di tipologie specifiche di automezzi. Il progetto è
insufficiente perché non affronta il tema in maniera soddisfacente.
N.7) NUOVA OSSERVAZIONE
Visto che l’insediamento è previsto in un’area prossima al Parco Regionale del Delta del Po, a zone
S.I.C.-Z.P.S., ad ambiti di rete NATURA 2000 e che questi territori sono stati recentemente promossi
come “Riserva Biosfera MaB UNESCO”, si chiede, applicando il principio di precauzione, al fine di
evitare l’introduzione di fattori detrattori dell’ambiente, di respingere il progetto.
N.8) NUOVA OSSERVAZIONE
Lo sviluppo turistico polesano, che ha ricadute economiche positive sulla popolazione, basandosi
prevalentemente sulla qualità ambientale, trova riscontro nella diffusa presenza di agriturismi, di
aziende agricole che promuovono lo sviluppo sostenibile, di reti di ciclabili e percorsi naturalistici in
fase di sviluppo. In prossimità dell’insediamento proposto sono presenti aziende agricole ortofrutticole
(anche bio) ed attività dedite alla pastorizia per le quali il rischio di micro-inquinanti può essere
estremamente dannoso; a poca distanza dal sito si sviluppa il percorso della VEN.TO, ciclovia di
rilevanza nazionale. E’ evidente, quindi, che un’attività come quella proposta possa scoraggiare ogni
forma di sviluppo turistico e sostenibile della zona con conseguenti ricadute negative sull’economia
del territorio.
N.9) NUOVA OSSERVAZIONE
Le Norme Tecniche del Consorzio A.I.A. prevedono che, per insediamenti produttivi D2, siano
ammessi, oltre ai tradizionali insediamenti produttivi: attività di stoccaggio, attività di spedizione merci
e corrieri, laboratori di ricerca ed analisi, attività a servizio del traffico portuale e attività doganali. Altre
attività possono essere ammesse solo per analogia e complementarietà alle attività economiche
elencate. L’inceneritore proposto, non rientrando nelle tipologie di attività sopra menzionate, non
risulta, pertanto, ammissibile all’interno dell’A.I.A..
N.10) NUOVA OSSERVAZIONE
La quantità di fanghi conferita supera abbondantemente la produzione degli stessi provenienti dal
territorio. Il Polesine, nel dopoguerra, ha “già dato” abbondantemente in termini di tributo agli interessi
superiori, subendo le conseguenze di politiche miopi, poco lungimiranti e dannosi per l’ambiente e per
la salute. Per fare solo alcuni esempi: i pozzi di estrazione metanifera, la centrale termo-elettrica di
Polesine Camerini ed altri siti che, nel corso del tempo, si sono trasformati in vere e proprie bombe
ecologiche da bonificare. A subire le conseguenze sono stati i cittadini polesani per i quali risulta più
marcata e diffusa la presenza di alcune patologie. Il principio di precauzione, accompagnato ad un
principio di equità e giustizia, imporrebbe, pertanto, di evitare alla popolazione polesana ulteriori forme
di rischio.
Da quanto sopra riportato si chiede di non istruire favorevolmente la richiesta di
impianto di cui all’oggetto.
Il gruppo consiliare del Consiglio Comunale di Adria Movimento Civico “IMPEGNO
N.1) NUOVA OSSERVAZIONE
In seguito alla richiesta di esplicitare l'energia prodotta e immessa in rete, il Proponente, a pag. 30
delle Informazioni Integrative fornite, risponde sorprendentemente che in via prioritaria l'energia viene
impiegata per l'essicazione dei fanghi, che SOLO in caso di fermo dell'essiccatore l'energia sarà
convertita in energia elettrica, ma solo per AUTOCONSUMO e che NON È PREVISTA LA
CONNESSIONE PER L'IMMISSIONE IN RETE. Ciò significa che l'unico scopo dell'impianto è quello
di bruciare i fanghi e che per questo può tranquillamente essere definito un "inceneritore" che non ha
alcuna ricaduta positiva sul risparmio energetico e che, anzi, potrebbe risultare energivoro.
L'insediamento, non producendo alcun vantaggio per l'area industriale attrezzata (AIA) in cui è inserito
e per gli stabilimenti esistenti, che ipoteticamente avrebbero potuto godere di benefici energetici
invece purtroppo inesistenti, costituirebbe allora, con la propria presenza, uno svantaggio per gli
stessi stabilimenti, che fino ad ora non sono mai risultati prossimi ad alcun inceneritore. Il progetto è,
pertanto, da rigettare.
N.2) NUOVA OSSERVAZIONE
La zona AIA è un piano per insediamenti produttivi nato per cercare di rispondere alle esigenze
occupazionali di un territorio che ha presentato e presenta criticità sociali, le quali, nel tempo, hanno
prodotto emigrazione. L'occupazione di un lotto di questo P.I.P., sottraendolo così alla disponibilità di
un potenziale utilizzo da parte di uno stabilimento con un numero adeguato di occupati, da parte di un
impianto di incenerimento fanghi con 7 (sette) dipendenti dichiarati, è un tradimento degli investimenti
fatti nell'area dalle comunità locali. Un insediamento di questo tipo, ad alta concentrazione di capitale,
costituisce, infatti, un depauperamento ulteriore del territorio bassopolesano. L'inceneritore non offre
un'adeguata risposta alle richieste occupazionali locali e, anzi, rappresenta un elemento detrattore
dell'ambiente e della stessa area industriale, rischiando di scoraggiare l'occupazione dei lotti vicini da
parte di altre attività produttive. Un insediamento di questo tipo è, quindi, contrario agli obiettivi
dell'AIA, che mirano a promuovere lo sviluppo economico per contrastare la crisi occupazionale e il
calo demografico, perché sarebbe un'ulteriore spinta allo spopolamento dell'intera zona. Il progetto è,
quindi, da respingere.
N.3) NUOVA OSSERVAZIONE
Nella proposta di insediamento dell'impianto non viene esplicitata la somma per fideiussioni a
garanzia e copertura dei danni all'ambiente e alla salute che possono essere provocati durante
l'esercizio, nell'ipotesi di malfunzionamento e nell'eventualità di incidente. L'esperienza negativa e
tragica vissuta dal comune di Adria e, in particolare, della comunità di Ca' Emo, derivante
dall'incidente presso la ditta Coimpo, che si occupava proprio di trattamento fanghi, ha messo in
evidenza l'attenzione che dev'essere prestata a questo aspetto. È necessario, pertanto, che venga
indicata espressamente la fideiussione e l'importo di copertura previsto. In assenza di queste
informazioni, il progetto non dovrebbe essere accolto.
N.4) NUOVA OSSERVAZIONE
Nella proposta di insediamento non viene evidenziata l'analisi dei rischi dell'impianto. Tale analisi
risulta fondamentale, considerando il contesto in cui viene inserito l'impianto e dovrebbe tener conto
sia della presenza nelle vicinanze di insediamenti a rischio incidente rilevante, sia della fragilità del
territorio e della sua peculiarità ambientale. L'analisi del rischio dovrebbe coprire inoltre tutte le attività
collegate all'attività proposta, incluso il carico, lo scarico, il traporto del materiale, considerando anche
la viabilità e la sicurezza stradale. Il progetto, su questo argomento, è lacunoso e deficitario.
N.5) NUOVA OSSERVAZIONE
Negli elaborati, viene indicato dal proponente un unico percorso stradale dei mezzi, dal casello
autostradale di Boara (Rovigo Nord) all'insediamento proposto in zona AIA in comune di Loreo.
Questo percorso proposto presenta due criticità: il passaggio su un lungo tratto stradale inibito al
traffico pesante, a est della città di Rovigo e il passaggio attraverso il centro di Adria. Inoltre non viene
considerato un percorso che, invece, sarà sicuramente utilizzato (visto il bacino di riferimento per il
conferimento dei fanghi), ovvero quello proveniente dalla strada statale Romea. Si ricorda che
quest'ultima è già ora al limite del collasso proprio per il transito di mezzi pesanti e che l'insediamento
può far superare la soglia di quel limite. La strada Rovigo-Romea, interessata dal trasporto dei fanghi,
inoltre, in periodo estivo risulta spesso congestionata, essendo la "strada del mare" per eccellenza del
Polesine; un traffico supplementare implicherebbe ulteriori notevoli disagi. Le compensazioni,
pertanto, devono avere ricadute positive anche sulla viabilità utilizzata dai mezzi impiegati da e per
l'insediamento. Il progetto è, pertanto, su questo argomento, diffusamente insufficiente.
N.6) NUOVA OSSERVAZIONE
Devono essere esplicitate le caratteristiche dei mezzi di trasporto dei fanghi. La necessità che il
materiale sia trasportato in ambiente chiuso per evitare diffusione di odori e incremento di insetti e che
il carico complessivo dei mezzi in transito rispetti i limiti previsti per la presenza di criticità in strutture e
sovrastrutture lungo il tragitto, impone l'adozione di tipologie specifiche di automezzi. Il progetto è
insufficiente perché non affronta il tema in maniera soddisfacente.
N.7) NUOVA OSSERVAZIONE
Visto che l’insediamento è previsto in un’area prossima al Parco Regionale del Delta del Po, a zone
S.I.C.-Z.P.S., ad ambiti di rete NATURA 2000 e che questi territori sono stati recentemente promossi
come “Riserva Biosfera MaB UNESCO”, si chiede, applicando il principio di precauzione, al fine di
evitare l’introduzione di fattori detrattori dell’ambiente, di respingere il progetto.
N.8) NUOVA OSSERVAZIONE
Lo sviluppo turistico polesano, che ha ricadute economiche positive sulla popolazione, basandosi
prevalentemente sulla qualità ambientale, trova riscontro nella diffusa presenza di agriturismi, di
aziende agricole che promuovono lo sviluppo sostenibile, di reti di ciclabili e percorsi naturalistici in
fase di sviluppo. In prossimità dell’insediamento proposto sono presenti aziende agricole ortofrutticole
(anche bio) ed attività dedite alla pastorizia per le quali il rischio di micro-inquinanti può essere
estremamente dannoso; a poca distanza dal sito si sviluppa il percorso della VEN.TO, ciclovia di
rilevanza nazionale. E’ evidente, quindi, che un’attività come quella proposta possa scoraggiare ogni
forma di sviluppo turistico e sostenibile della zona con conseguenti ricadute negative sull’economia
del territorio.
N.9) NUOVA OSSERVAZIONE
Le Norme Tecniche del Consorzio A.I.A. prevedono che, per insediamenti produttivi D2, siano
ammessi, oltre ai tradizionali insediamenti produttivi: attività di stoccaggio, attività di spedizione merci
e corrieri, laboratori di ricerca ed analisi, attività a servizio del traffico portuale e attività doganali. Altre
attività possono essere ammesse solo per analogia e complementarietà alle attività economiche
elencate. L’inceneritore proposto, non rientrando nelle tipologie di attività sopra menzionate, non
risulta, pertanto, ammissibile all’interno dell’A.I.A..
N.10) NUOVA OSSERVAZIONE
La quantità di fanghi conferita supera abbondantemente la produzione degli stessi provenienti dal
territorio. Il Polesine, nel dopoguerra, ha “già dato” abbondantemente in termini di tributo agli interessi
superiori, subendo le conseguenze di politiche miopi, poco lungimiranti e dannosi per l’ambiente e per
la salute. Per fare solo alcuni esempi: i pozzi di estrazione metanifera, la centrale termo-elettrica di
Polesine Camerini ed altri siti che, nel corso del tempo, si sono trasformati in vere e proprie bombe
ecologiche da bonificare. A subire le conseguenze sono stati i cittadini polesani per i quali risulta più
marcata e diffusa la presenza di alcune patologie. Il principio di precauzione, accompagnato ad un
principio di equità e giustizia, imporrebbe, pertanto, di evitare alla popolazione polesana ulteriori forme
di rischio.
Da quanto sopra riportato si chiede di non istruire favorevolmente la richiesta di
impianto di cui all’oggetto.
Il gruppo consiliare del Consiglio Comunale di Adria Movimento Civico “IMPEGNO
N.1) NUOVA OSSERVAZIONE
In seguito alla richiesta di esplicitare l'energia prodotta e immessa in rete, il Proponente, a pag. 30
delle Informazioni Integrative fornite, risponde sorprendentemente che in via prioritaria l'energia viene
impiegata per l'essicazione dei fanghi, che SOLO in caso di fermo dell'essiccatore l'energia sarà
convertita in energia elettrica, ma solo per AUTOCONSUMO e che NON È PREVISTA LA
CONNESSIONE PER L'IMMISSIONE IN RETE. Ciò significa che l'unico scopo dell'impianto è quello
di bruciare i fanghi e che per questo può tranquillamente essere definito un "inceneritore" che non ha
alcuna ricaduta positiva sul risparmio energetico e che, anzi, potrebbe risultare energivoro.
L'insediamento, non producendo alcun vantaggio per l'area industriale attrezzata (AIA) in cui è inserito
e per gli stabilimenti esistenti, che ipoteticamente avrebbero potuto godere di benefici energetici
invece purtroppo inesistenti, costituirebbe allora, con la propria presenza, uno svantaggio per gli
stessi stabilimenti, che fino ad ora non sono mai risultati prossimi ad alcun inceneritore. Il progetto è,
pertanto, da rigettare.
N.2) NUOVA OSSERVAZIONE
La zona AIA è un piano per insediamenti produttivi nato per cercare di rispondere alle esigenze
occupazionali di un territorio che ha presentato e presenta criticità sociali, le quali, nel tempo, hanno
prodotto emigrazione. L'occupazione di un lotto di questo P.I.P., sottraendolo così alla disponibilità di
un potenziale utilizzo da parte di uno stabilimento con un numero adeguato di occupati, da parte di un
impianto di incenerimento fanghi con 7 (sette) dipendenti dichiarati, è un tradimento degli investimenti
fatti nell'area dalle comunità locali. Un insediamento di questo tipo, ad alta concentrazione di capitale,
costituisce, infatti, un depauperamento ulteriore del territorio bassopolesano. L'inceneritore non offre
un'adeguata risposta alle richieste occupazionali locali e, anzi, rappresenta un elemento detrattore
dell'ambiente e della stessa area industriale, rischiando di scoraggiare l'occupazione dei lotti vicini da
parte di altre attività produttive. Un insediamento di questo tipo è, quindi, contrario agli obiettivi
dell'AIA, che mirano a promuovere lo sviluppo economico per contrastare la crisi occupazionale e il
calo demografico, perché sarebbe un'ulteriore spinta allo spopolamento dell'intera zona. Il progetto è,
quindi, da respingere.
N.3) NUOVA OSSERVAZIONE
Nella proposta di insediamento dell'impianto non viene esplicitata la somma per fideiussioni a
garanzia e copertura dei danni all'ambiente e alla salute che possono essere provocati durante
l'esercizio, nell'ipotesi di malfunzionamento e nell'eventualità di incidente. L'esperienza negativa e
tragica vissuta dal comune di Adria e, in particolare, della comunità di Ca' Emo, derivante
dall'incidente presso la ditta Coimpo, che si occupava proprio di trattamento fanghi, ha messo in
evidenza l'attenzione che dev'essere prestata a questo aspetto. È necessario, pertanto, che venga
indicata espressamente la fideiussione e l'importo di copertura previsto. In assenza di queste
informazioni, il progetto non dovrebbe essere accolto.
N.4) NUOVA OSSERVAZIONE
Nella proposta di insediamento non viene evidenziata l'analisi dei rischi dell'impianto. Tale analisi
risulta fondamentale, considerando il contesto in cui viene inserito l'impianto e dovrebbe tener conto
sia della presenza nelle vicinanze di insediamenti a rischio incidente rilevante, sia della fragilità del
territorio e della sua peculiarità ambientale. L'analisi del rischio dovrebbe coprire inoltre tutte le attività
collegate all'attività proposta, incluso il carico, lo scarico, il traporto del materiale, considerando anche
la viabilità e la sicurezza stradale. Il progetto, su questo argomento, è lacunoso e deficitario.
N.5) NUOVA OSSERVAZIONE
Negli elaborati, viene indicato dal proponente un unico percorso stradale dei mezzi, dal casello
autostradale di Boara (Rovigo Nord) all'insediamento proposto in zona AIA in comune di Loreo.
Questo percorso proposto presenta due criticità: il passaggio su un lungo tratto stradale inibito al
traffico pesante, a est della città di Rovigo e il passaggio attraverso il centro di Adria. Inoltre non viene
considerato un percorso che, invece, sarà sicuramente utilizzato (visto il bacino di riferimento per il
conferimento dei fanghi), ovvero quello proveniente dalla strada statale Romea. Si ricorda che
quest'ultima è già ora al limite del collasso proprio per il transito di mezzi pesanti e che l'insediamento
può far superare la soglia di quel limite. La strada Rovigo-Romea, interessata dal trasporto dei fanghi,
inoltre, in periodo estivo risulta spesso congestionata, essendo la "strada del mare" per eccellenza del
Polesine; un traffico supplementare implicherebbe ulteriori notevoli disagi. Le compensazioni,
pertanto, devono avere ricadute positive anche sulla viabilità utilizzata dai mezzi impiegati da e per
l'insediamento. Il progetto è, pertanto, su questo argomento, diffusamente insufficiente.
N.6) NUOVA OSSERVAZIONE
Devono essere esplicitate le caratteristiche dei mezzi di trasporto dei fanghi. La necessità che il
materiale sia trasportato in ambiente chiuso per evitare diffusione di odori e incremento di insetti e che
il carico complessivo dei mezzi in transito rispetti i limiti previsti per la presenza di criticità in strutture e
sovrastrutture lungo il tragitto, impone l'adozione di tipologie specifiche di automezzi. Il progetto è
insufficiente perché non affronta il tema in maniera soddisfacente.
N.7) NUOVA OSSERVAZIONE
Visto che l’insediamento è previsto in un’area prossima al Parco Regionale del Delta del Po, a zone
S.I.C.-Z.P.S., ad ambiti di rete NATURA 2000 e che questi territori sono stati recentemente promossi
come “Riserva Biosfera MaB UNESCO”, si chiede, applicando il principio di precauzione, al fine di
evitare l’introduzione di fattori detrattori dell’ambiente, di respingere il progetto.
N.8) NUOVA OSSERVAZIONE
Lo sviluppo turistico polesano, che ha ricadute economiche positive sulla popolazione, basandosi
prevalentemente sulla qualità ambientale, trova riscontro nella diffusa presenza di agriturismi, di
aziende agricole che promuovono lo sviluppo sostenibile, di reti di ciclabili e percorsi naturalistici in
fase di sviluppo. In prossimità dell’insediamento proposto sono presenti aziende agricole ortofrutticole
(anche bio) ed attività dedite alla pastorizia per le quali il rischio di micro-inquinanti può essere
estremamente dannoso; a poca distanza dal sito si sviluppa il percorso della VEN.TO, ciclovia di
rilevanza nazionale. E’ evidente, quindi, che un’attività come quella proposta possa scoraggiare ogni
forma di sviluppo turistico e sostenibile della zona con conseguenti ricadute negative sull’economia
del territorio.
N.9) NUOVA OSSERVAZIONE
Le Norme Tecniche del Consorzio A.I.A. prevedono che, per insediamenti produttivi D2, siano
ammessi, oltre ai tradizionali insediamenti produttivi: attività di stoccaggio, attività di spedizione merci
e corrieri, laboratori di ricerca ed analisi, attività a servizio del traffico portuale e attività doganali. Altre
attività possono essere ammesse solo per analogia e complementarietà alle attività economiche
elencate. L’inceneritore proposto, non rientrando nelle tipologie di attività sopra menzionate, non
risulta, pertanto, ammissibile all’interno dell’A.I.A..
N.10) NUOVA OSSERVAZIONE
La quantità di fanghi conferita supera abbondantemente la produzione degli stessi provenienti dal
territorio. Il Polesine, nel dopoguerra, ha “già dato” abbondantemente in termini di tributo agli interessi
superiori, subendo le conseguenze di politiche miopi, poco lungimiranti e dannosi per l’ambiente e per
la salute. Per fare solo alcuni esempi: i pozzi di estrazione metanifera, la centrale termo-elettrica di
Polesine Camerini ed altri siti che, nel corso del tempo, si sono trasformati in vere e proprie bombe
ecologiche da bonificare. A subire le conseguenze sono stati i cittadini polesani per i quali risulta più
marcata e diffusa la presenza di alcune patologie. Il principio di precauzione, accompagnato ad un
principio di equità e giustizia, imporrebbe, pertanto, di evitare alla popolazione polesana ulteriori forme
di rischio.
Da quanto sopra riportato si chiede di non istruire favorevolmente la richiesta di
impianto di cui all’oggetto.
Il gruppo consiliare del Consiglio Comunale di Adria Movimento Civico “IMPEGNO per il BENE COMUNE”
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