Il progetto dell’Housing First, che il Comune di Adria intenzionalmente ha ritenuto non applicabile sul territorio bassopolesano, finanziato dai fondi del PNRR pari a 500.000,00 Euro, è sicuramente un progetto complesso e che necessita di notevoli energie.

Energie e collaborazioni che andrebbero tessute in rete in sinergia con le associazioni che operano nel campo del sociale, che possono far emergere quegli invisibili che non si rapportano con l’ente pubblico preposto e che vivono nel sottobosco della società.

Non sono poi da dimenticare le frequenti ospedalizzazioni a lungo e a volte lunghissimo termine di persone che non trovano una loro collocazione nel mondo esterno in quanto senza fissa dimora.

L’assessore Giselda Baratella ha dichiarato sulla stampa che “progettare un housing first non aveva senso”, e forse, sempre sulla scorta della sua dichiarazione, non ha senso il grande lavoro che un’associazione adriese svolge silenziosamente grazie ai suoi volontari, nell’ospitare persone senza fissa dimora o decadute economicamente.

La povertà estrema, drasticamente in aumento, non può e non deve essere dissociata dagli interventi di inclusione sociale, e gli amministratori locali devono essere i primi nel prodigarsi a garantire un’equità sociale ed essere promotori del benessere dell’individuo.

I consiglieri comunali Sandra Moda & Enrico Bonato

Impegno per il Bene Comune