Il Movimento Civico IBC interviene sulla questione di Villa Mecenati per replicare alle parole dell’ex presidente della Fondazione Munaro. Com’e’ possibile che la Munaro, nominata da una precedente Amministrazione Barbujani, non sapesse che il Comune non può finanziare interventi su immobili che non sono di sua proprietà? Se fosse possibile perché, invece di parlare di occasione persa da parte di Barbierato, adesso non sollecita Barbujani a cogliere quella stessa occasione? La verità è che, invece, per statuto, è compito della Fondazione Mecenati curare e mantenere la sede del conservatorio di Adria. L’operazione Villa Mecenati, secondo la Munaro,coinvolgeva l’ex commissariato di polizia, presente nel piano delle alienazioni comunali con un valore di 500mila euro: il comune avrebbe dovuto accontentarsi di cederlo alla Fondazione per un terzo del suo valore, per poi investire i soldi nella manutenzione di Villa Mecenati. È evidente che l’Amministrazione Barbierato ha rifiutato una proposta che configurava un vero e proprio danno erariale e un depauperamento immotivato del patrimonio comunale. Cio’ che l’amminustrazione Barbierato poteva fare l’ha fatto, nel risoetto della legalità: il conservatorio Buzzolla partecipò a un bando ministeriale, in cui il Comune di Adria era partner, con possiblita’ di erogare un contributo per lavori di ristrutturazione della villa. Guardando ciò che è stato fatto dal precedente Consiglio di Amministrazione della Fondazione Mecenati, di cui la Munaro era presidente, sorgono due domande spontanee legate a due dei tre obiettivi della Fondazione, nata per rispettare il lascito testamentario della famiglia Mecenati: come mai la Fondazione decise di spendere moltissimi soldi per costruire appartamenti accanto al Buzzolla, invece di sistemare Villa Mecenati? Come mai la fondazione sospese le borse di studio per diversi anni? Il nuovo cda a fatica e’ riuscito a ripristinare le borse di sudio e se quelle centinaia di migliaia di euro spesi per le “casette” non fossero stati spesi in un’operazione immobiliare che, estranea al mandato statutario della fondazione, ha ben presto rivelato i suoi limiti, oggi la Fondazione potrebbe disporre di risorse autonome per fare eseguire gli interventi edilizi necessari. Ringraziamo pertanto la stampa per aver ricordato come mai si è arrivati fin qui: la scelta di quel cda targato Barbujani grava come un macigno sulle scelte presenti della Fondazione e le parole dell’allora presidente, Munaro, certificano il livello di affidabilita’ di una compagine amministrativa di cui è bene tener conto, affinché le azioni presenti e future siano trasparenti e coerenti con gli scopi originali della fondazione. L’auspicio è che oggi ogni scelta sia ponderata anche pensando a ciò che potrebbe succedere o non succedere domani.
Il Direttivo del Movimento Civico
Impegno per il Bene Comune
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