“Il riconoscimento del Delta del Po quale Riserva della Biosfera nell’ambito del Programma MAB dell’UNESCO deve essere, per Adria e per l’intero territorio veneto interessato, garanzia della conservazione dei paesaggi, degli habitat, degli ecosistemi, delle specie e della diversità genetica prima che promozione dello sviluppo sostenibile”.
Queste le ragioni che hanno motivato la lettera inviata da Impegno per il Bene Comune ai due componenti del Consiglio Regionale Veneto chiamati a rappresentare la provincia di Rovigo ai quali il Comitato ha espressamente chiesto di “introdurre anche nella regione del Veneto una normativa che, sull’esempio della Regione Toscana, ponga limiti, entro i confini territoriali della Riserva, all’estensione della superficie comunale sulla quale sia autorizzabile l’utilizzo dei fanghi da depurazione” e ai quali chiederà di valutare anche l’impatto derivante dall’uso di altri trattamenti consentiti dalla legge ma che potrebbero essere troppo invasivi nel caso di aree dal delicato ecosistema come quelle tutelate dalla Riserva della Biosfera.
“Una garanzia, questa, che permetterebbe di minimizzare gli impatti sui terreni per pensare ad un diverso sviluppo per l’agricoltura del nostro territorio che andrà condiviso e progettato con le associazioni di categoria e con tutte le amministrazioni comunali del Delta e che Impegno per il Bene Comune” spiega Omar Barbierato, Presidente del Comitato “ritiene debba essere proporzionale in relazione al grado di tutela delle tre tipologie di aree presenti nella Riserva (Core Area, per la quale il Comitato propone una limitazione massima del al 3% in linea con quanto deciso dalla Regione Toscana, e, con percentuali diverse ma adeguate, per Buffer Zone e Transition Zone)”.
La maggior parte del territorio del Comune di Adria è classificato come Transition Zone, cioè un’area di cooperazione con attività e insediamenti e in cui le attività economiche e sociali devono essere dirette alla realizzazione di progetti modello per uno sviluppo economico sostenibile a beneficio della popolazione locale ivi residente.
“Definizione che si sovrappone perfettamente al programma, vicino a quello nazionale ed internazionale delle Transition Town, che il Comitato Impegno per il Bene Comune ha allo studio, tra gli altri obiettivi, e che prevede la riprogettazione delle gestioni e delle dinamiche cittadine” illustra Barbierato”con l’obiettivo di rendere concreto in tutto il territorio del comune di Adria la realizzazione di uno sviluppo economico che potenzi la naturale vocazione agroalimentare del territorio, che realizzi una comunità sicura sul piano della salute, ad impatto zero e che consenta con ciò non solo una migliore riallocazione delle risorse ma soprattutto una ripresa economica attraverso il sostegno di tutte quelle attività ed iniziative che possano caratterizzare Adria come una città a misura del futuro.
“Impegno per il Bene Comune è un comitato civico che lavora principalmente per la città di Adria e per le singole comunità del suo territorio” spiega Marco Tosato, vicepresidente “E’ autonomo, indipendente dai partiti, aconfessionale, senza scopo di lucro e fondato sull’attività gratuita dei soci e di tutte le persone che vogliono collaborare.
Vogliamo promuovere e sostenere la coscienza civica e la conoscenza culturale nelle nuove generazioni e vogliamo concorrere all’amministrazione della città di Adria informando, approfondendo, formando, promuovendo, proponendo e… facendo anche un’azione di controllo per migliorare e qualificare i servizi erogati.
Per questo siamo aperti ad ogni suggerimento e ad ogni collaborazione che le associazioni e i singoli cittadini vogliano darci e costruire alleanze sociali con le associazioni del territorio.
Al Comitato possono aderire, infatti, anche i presidenti di associazioni e comitati in nome e per conto della collettività che rappresentano, non solo i privati cittadini maggiorenni senza distinzione di genere, razza, etnia e religione ma che godano dei diritti politici, non siano interdetti dai pubblici uffici, e che non abbiano subito condanne penali”.
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